Duro colpo alle cosche del Basso Tirreno

Una diarchia mafiosa. Insediata dai boss cosentini per creare un lucroso feudo in riva al mare. Pietro Calabria, 36 anni e Andrea Tundis, 38, governavano le segrete cose di mafia col piglio di consumati padrini, lungo la fascia costiera compresa tra Paola, San Lucido, Fiumefreddo, Longobardi e Belmonte. Il gruppo criminale metteva il becco su ogni affare, piccolo o grande, sviluppato sul vasto territorio su cui esercitava la sua nefasta “signoria”: dalle estorsioni al traffico di droga, passando per l’intestazione fittizia di beni e la detenzione di armi. Trentasette le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip distrettuale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm antimafia Romano Gallo. Diciotto gl’indagati finiti dietro le sbarre, sette agli arresti domiciliari, nove all’obbligo di dimora, due sottoposti al divieto dell’esercizio d’impresa e uno costretto al divieto di dimora a San Lucido.