È la svolta, Grande Aracri si è pentito

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Ora chiusa la guerra sono tutto io… Non c’è uno che si leva la mattina e fa quello che vuole». Così lo stesso Nicolino Grande Aracri descriveva se stesso in un’intercettazione di alcuni anni fa. Bastano queste parole per comprendere la fondamentale importanza nella lotta alla criminalità organizzata della sua scelta di collaborare con la giustizia: un mammasantissima capace di sovvertire le gerarchie e la geografia della ‘ndrangheta in Calabria creando una Provincia equivalente a quella di Reggio Calabria. La decisione sarebbe maturata nella cella del carcere di Opera dove il capobastone di Cutro era detenuto in regime di carcere duro e con la condanna al fine pena mai.