Una stangata anche in appello ai mafiosi di città e provincia accusati di avere tentato di riorganizzare la commissione di Cosa nostra e di dare nuovi impulsi ai business criminali dopo la morte del capo dei capi, Salvatore Riina. Il verdetto d’appello in abbreviato dell’inchiesta Cupola 2.0, su vecchi e nuovi padrini, è pesante per le cosche: 43 condannati e 5 assolti. In alcuni casi ci sono state riduzioni di pene e assoluzioni per alcuni capi di imputazione. Ed è stata ribaltata la sentenza di primo grado che riguardava Massimo Mulè, fermato pochi giorni fa in un blitz dei carabinieri contro la cosca di Ballarò, proprio per il rischio di una fuga in vista della sentenza e adesso condannato a undici anni e 4 mesi. Mulè, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo, in primo grado era stato assolto.