Ci sono i prestanome dei mafiosi, ma anche incensurati che gestivano davvero le associazioni di volontariato, però senza tanti scrupoli. Questa la ricostruzione degli investigatori che hanno indagato sulle finte onlus, da anni responsabili del trasporto dei degenti. Nella retata della scorsa settimana, 6 indagati sono finiti in carcere e agli arresti domiciliari, ma nell’inchiesta ce ne sono altri 18, tutti a piede libero. E sono coinvolte altre cinque associazioni, con sede in città e in provincia.
