I due volti dell’antimafia nel giorno di Falcone

C’è una ragazza a terra in via Notarbartolo, non lontano dalla grande foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che campeggia su uno schermo. Si copre la testa con le braccia, sulla schiena si allarga una citazione di Paolo Borsellino. Al poliziotto che l’ha spintonata e buttata giù, urla: «Basta, ma perché?». Siamo a Palermo, è il 23 maggio e forse per la prima volta, le manifestazioni che attraversano la città il giorno della strage di Capaci sono diventate terreno di scontro. Per capire perché bisogna riavvolgere il nastro fino alla sera del 22, quando gli organizzatori del corteo promosso da associazioni studentesche, comitati di base e Cgil vengono contattati dalla Questura. Nonostante abbiano chiesto l’autorizzazione per il corteo lo scorso cinque maggio, regolarmente concessa per di più, all’improvviso c’è un problema.