I misteri di Graviano. Dalle stragi al tesoro.

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Paolo Agnilleri, storico esponente del Pci palermitano, ricorda bene quel tredicenne di Brancaccio che non voleva sapere di libri: «Io ero uno studente universitario, il padre mi chiese di fargli un po’ di doposcuola». Correvano gli anni Settanta, Giuseppe Graviano sapeva usare meglio il fucile che la penna. «Solo quando parlava di caccia si illuminava», ricorda oggi Agnilleri, che qualche anno dopo fu picchiato su ordine dei boss di Brancaccio per il suo impregno nel quartiere. Era il 1983, Graviano si avviava già ad essere un fidato uomo d’onore.