I padrini alla ricerca di un uomo forte a New York spunta l’erede di John Gotti

«Ti ricordi ai tempi di Angelo La Barbera? Quando li ha castigati tutti e ha messo Vincenzo». I padrini della vecchia guardia palermitana erano nostalgici di un uomo forte, cercavano un capo che potesse mettere ordine e ridare lustro alla loro idea di Cosa nostra. E citavano come modello Michelangelo La Barbera, capo del mandamento di Boccadifalco-Passo di Rigano, uno dei padrini della Cupola che era passato indenne dallo schieramento dei perdenti a quello dei vincenti nella guerra di mafia del 1981, ma non era comunque considerato un traditore dai vecchi. «Ai tempi in cui si scornavano fra di loro — diceva uno dei mafiosi intercettati dalla squadra mobile a Borgetto, poi arrestato nel blitz di due giorni fa tra Palermo e New York — Angelo La Barbera li ha chiamati uno a uno, li ha chiamati e li ha castigati a tutti. Poi ha preso e ha messo Vincenzo». I contrasti erano fra le due correnti che dividevano Torretta: da una parte gli “ortodossi” del clan, inserito nell’ambito del mandamento palermitano di Boccadifalco-Passo di Rigano, dall’altro chi voleva avvicinare il clan ai fedelissimi di Vito Vitale a Partinico.