«I Romano sono tornati per uccidere».

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Anche se la mafia forse non c’entra, nell’omicidio Burgio dell’altra notte alla Vucciria, i tre fermati rischiano lo stesso l’ergastolo. Per il delitto la Procura ha infatti contestato a Matteo, Domenico e Giovan Battista Romano due aggravanti che, se dovessero reggere anche in giudizio, potrebbero portare a una condanna al carcere a vita. Sono i futili motivi combinati alla premeditazione, mentre viene escluso dagli inquirenti il favoreggiamento a Cosa nostra, perché il delitto non sarebbe stato compiuto per conto dell’organizzazione.