La droga coltivata nella zona del cortile Rapallo, a Ciaculli, oppure importata dalla Calabria o da Napoli. E, poi, esportata a Gela. Sul business delle sostante stupefacenti, sulla spartizione delle piazze di spaccio (soprattutto allo Sperone), gli interessi delle cosche restano fortissimi. Nelle carte dell’inchiesta emerge il gruppo di Emanuele Prestifilippo, assieme ai «suoi stretti collaboratori Cosimo Salerno e Francesco Oliveri », ma a fare affari con i carichi di cocaina ed eroina ci sarebbe stata pure «un’organizzazione criminale riferibile alla famiglia della Roccella capeggiata da Maurizio Di Fede ».
