Il boss Porcaro rinuncia a collaborare mentre il suo braccio destro si pente

Il balletto dei pentiti. La voce corre veloce di bocca in bocca, mentre s’incrociano gli sguardi interrogativi di molti detenuti: l’apertura del processo con rito abbreviato istruito contro 97 imputati coinvolti nella maxinchiesta “Reset” registra l’ennesimo salto della barricata. Francesco Greco, 50 anni, di Cosenza, revoca il proprio legale di fiducia e nomina un avvocato del foro di Roma. E’ la conferma della scelta fatta dal cinquantenne di lanciarsi tra le braccia dello Stato. Greco compie lo stesso iniziale percorso del suo vecchio “capo” – Roberto Porcaro – già pentito da alcuni mesi e, invece, da ieri non più collaboratore. I due erano da sempre “pappa e ciccia” nel senso che il capobastone usava il fidato guardaspalle per intimidire imprenditori restii a pagare il pizzo, prestare denaro a usura oppure far guadagnare i clan confederati attraverso i servizi di security da imporre ai locali notturni o in occasione di grandi eventi.