Il piano di Messina Denaro. “Mi suiciderò a casa mia non morirò di tumore”

Aveva già scritto il finale della sua storia in un pizzino segretissimo inviato alla sorella Rosetta: «Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento». Qualche mese prima dell’arresto, Matteo Messina Denaro progettava l’ultimo colpo di scena. Dopo una vita trascorsa a dare la morte a decine di uomini, donne e bambini voleva essere lui a decidere il momento esatto della sua fine. Magari suicidandosi con quel revolver che teneva in casa, una Smith & Wesson calibro 38, l’arma di tanti omicidi. Estremo delirio di potenza. Di sicuro, con quel pizzino scritto a maggio dell’anno scorso annunciava alla sorella maggiore, arrestata nei giorni scorsi, che avrebbe dato istruzioni per svolgere il compito più delicato, l’ultimo: probabilmente, quello di far scomparire i suoi segreti di mafioso che per trent’anni ha gestito complicità eccellenti e misteri fin dentro il cuore dello Stato.