L’assalto alle grandi opere, l’interesse per chi sul mare aveva fatto il proprio giro d’affari e persino l’attentato al nipote di un pezzo grosso della mafia di Tommaso Natale. Quando c’era da imporre la messa a posto o da mettere a posto qualcuno, gli uomini del clan appiccavano gli incendi. Era il loro modo di risolvere i problemi, la punizione per chi non accettava le regole di Giulio Caporrimo. Emerge anche questo dalle carte dell’inchiesta Bivio 2, che mercoledì scorso ha portato sette persone in cella
