La Cassazione “promuove” i criptofonini

La parolina magica è “Sky Ecc”. Per i boss di mezzo mondo apriva la porta a conversazioni dirette, a messaggi inequivocabili, con “compari” di malefatte e complici di cosca con la certezza di non essere intercettati. «Nel mondo del crimine» raccontò agli agenti del Bureau americano Sam Gravano, vicecapo pentito della famiglia Gambino di New York, «le notizie circolano sempre velocemente, soprattutto quelle utili a fregare i detective». Così, quando i narcotrafficanti americani scoprirono l’esistenza della piattaforma capace di far funzionare i telefonini senza correre il rischio di essere ascoltati passarono la voce e “Sky Ecc” divenne, nel volgere di pochi mesi, patrimonio comune della criminalità mondiale. Narcotrafficanti marsigliesi e albanesi, colombiani e messicani, canadesi e statunitensi, boss piccoli e grandi delle mafie europee si sono impossessati dello “strumento” facendone incetta. Il gioco è piaciuto pure a capibastone e picciotti della ‘ndrangheta che hanno approfittato dell’occasione per mettere da parte l’omertà telefonica e parlare in chiaro e senza fronzoli dei loro affari. Poi, quando tutti dormivano sonni tranquilli, è arrivato l’inghippo: il codice di accesso al sistema è stato decriptato e la festa è finita.