La dolce vita del capomafia tra amanti auto e moto

La mattina dell’11 novembre 2014, il superlatitante Matteo Messina Denaro entrò nella filiale Unicredit di corso Calatafimi, nel tratto poco prima di via Paratore. Non sappiamo se andò allo sportello, oppure in un ufficio, per incontrare qualche amico. Sappiamo solo che uscì con un assegno circolare da 9.000 euro, ufficialmente richiesto dal signor Massimo Gentile nato a Erice il 9 novembre 1972, che poco prima aveva dichiarato di essere un commerciante di abbigliamenti. Un assegno che gli serviva per comprare una Fiat 500 in una concessionaria cittadina. Nella distinta ritrovata dai carabinieri del Ros in banca, c’è scritto che il signor Gentile aveva consegnato per quell’assegno «denaro frutto della propria attività di commerciante»: 4 banconote da 200 euro, 45 banconote da 100, 64 banconote da 50, 24 banconote da 20 e due banconote da dieci. Eccolo, l’ultimo capitolo dell’incredibile storia della latitanza di Matteo Messina Denaro, con l’ennesima amante. La procura di Palermo e i carabinieri del Ros hanno fatto scattare ad altri tre arresti.