La mappa e gli interessi delle cosche nell’area a lungo definita «isola felice»

Il dominio totale. E la “legge” della ’ndrangheta. Imprese edili, supermercati, gioiellerie, laboratori medici, parrucchieri, concessionarie di auto, venditori di fiori, commercianti ambulanti, ristoranti, bar e pizzerie, società di sicurezza privata, proprietari d’immobili: tutti a Cosenza e Rende dovevano mettersi “a posto”. Per campare tranquilli e non essere inseguiti da improvvisi roghi notturni, bottiglie incendiarie nei cantieri, serrande sforacchiate dalle pallottole. È il quadro drammatico descritto dalle carte della maxioperazione “Reset” che conta 245 indagati e più di duecento capi d’imputazione. Il procuratore Nicola Gratteri, l’aggiunto Vincenzo Capomolla e i pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti svelano uno scenario lontano anni luce dalla fittizia immagine dell’«isola felice» raccontata per decenni al resto del Paese.