La terra lusitana rifugio di altri latitanti calabresi.

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Il “paradiso” dei latitanti. Il Portogallo ha a lungo rappresentato per le “primule” delle mafie italiane il luogo ideale dove nascondersi. Varie le ragioni: la facilità con cui è possibile confondersi nelle città spesso piene di insospettabili italiani e il collegamento stabile con il Brasile, ex colonia portoghese, raggiungibile con voli in partenza quotidiana dall’aeroporto della capitale. Il primo dei calabresi ad essere fermato in terra lusitana, nel lontano 1992, è stato Emilio Di Giovine, boss del narcotraffico calabro-lombardo a Milano negli anni 80 del secolo scorso.