Il giorno dopo il terremoto che ha scosso il Papireto nessuno parla ma tutti commentano a bassa voce. E, manco a dirlo, tutti sapevano. Dei giri strani, della fila di commercianti e imprenditori in difficoltà a causa della chiusura dei rubinetti del credito, della possibilità di trovare un amico tra i negozi di antiquariato di corso Alberto Amedeo e le baracche del mercato delle Pulci, dove c’era sempre qualcuno pronto a prestare piccole cifre di denaro o a indirizzarti verso la persona giusta nel caso gli zeri da mettere in fila erano più di tre.