L’alter ego di Messina Denaro era al servizio esclusivo del boss

Andrea Bonafede, che ha fornito la carta d’identità e la tessera sanitaria all’uomo più ricercato del mondo, non era un semplice favoreggiatore. Matteo Messina Denaro l’aveva “affiliato in via riservata al suo servizio diretto”, scrive il gip Alfredo Montalto, che ieri ha firmato l’ordine di arresto per il 59enne geometra di Campobello di Mazara. Un’affermazione fondata sulle indagini di carabinieri e procura, che apre un nuovo scenario: la primula rossa di Cosa nostra aveva a disposizione una rete ristretta di mafiosi riservati, probabilmente a cui mandava messaggi vocali col suo smartphone, i “pizzini 2.0”. E su questa rete il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido stanno provando a stringere il cerchio.