Il 10 novembre di tre anni fa, Totino D’Ambrogio, il patron di Croce Sana, telefonò al cugino Michele Sciarabba, capomafia di Misilmeri con tante entrature a Palermo, e gli chiese un incontro urgente. Era scoppiata una lite in famiglia, fra Totino e suo fratello Massimiliano, che gestisce un’agenzia di pompe funebri. Il boss veniva chiamato a mettere pace. Quel giorno, si aprì uno scenario preoccupante: i carabinieri del nucleo Investigativo, che tenevano sotto controllo Sciarabba, scoprirono che il capomafia aveva un gran potere nel settore delle ambulanze private. Tanto da convocare un summit con i responsabili di alcune aziende. Per organizzare e dividere la grande torta del business in città: «Nella società patti chiari e amicizia lunga » , diceva il boss. All’incontro, c’era anche Totino D’Ambrogio, il cugino prediletto del padrino, che due mesi fa ha fatto il grande salto: la Croce Sana è stata ammessa nella squadra del 118 dalla “Seus”, la società regionale che si occupa del pubblico soccorso in Sicilia.