Le ultime ore di Messina Denaro. L’ex superlatitante in coma irreversibile

Il giorno in cui i carabinieri del Ros l’arrestarono, il 16 gennaio scorso, disse al procuratore Maurizio de Lucia: «Con voi parlo, ma non collaborerò mai». Il boss Matteo Messina Denaro è rimasto sempre un irriducibile. Anche nei giorni più terribili del tumore che l’affliggeva, da agosto era ricoverato nell’ospedale dell’Aquila, fra imponenti misure di sicurezza. Da ieri sera alle 20.30, con la figlia Lorenza al capezzale, il silenzio del padrino è diventato irreversibile, come il suo coma. Gli è stata sospesa l’alimentazione, il boss ha chiesto di non subire accanimento terapeutico. Così, la malattia ha sopraffatto l’ultimo padrino delle stragi che era riuscito a restare in latitanza per trent’anni, nonostante dovesse scontare ergastoli per le stragi Falcone, Borsellino, per le bombe di Firenze, Milano e Roma.