L’entroterra catanzarese sotto controllo dei clan: in manette 22 persone

Incendi, minacce, brutali aggressioni, così i clan avevano imposto il «controllo assoluto» sul territorio che va da Squillace fino a Catanzaro. È quanto emerso dall’operazione Scolacium condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. L’inchiesta ha coinvolto 24 indagati, di cui 19 sono finiti in carcere e 3 ai domiciliari. Colpite le cosche Catarisano che controllava l’area di Roccelletta di Borgia fino all’area industriale di Germeneto, e Bruno che da Vallefiorita estendeva i propri tentacoli anche su Amaroni e Squillace. Nulla nei rispettivi territori di competenza poteva avvenire senza il placet del clan. Perfino per andare a caccia era necessaria l’autorizzazione degli affiliati: «Se vieni qui un’altra volta ti ammazzo», questa la minaccia subita da un cacciatore. Ma tutte le attività commerciali e imprenditoriali non sfuggivano alla presa asfissiante della criminalità, dall’eolico al settore boschivo, dal commercio alle attività di ristorazione o turistiche, il sistema di estorsioni non risparmiava nessuno.