Lo chiamano «il vecchio», lo «zio Michele», «quello che comanda allo Zen». Cambiano gli appellativi, ma il soggetto è sempre lui: Michele Micalizzi, classe 1949 – che proprio in virtù della sua età avanzata è stato posto agli arresti domiciliari senza nemmeno il ricorso al braccialetto elettronico -, il genero del boss Rosario Riccobono, capomafia di Partanna Mondello che negli anni Settanta aveva già un ruolo di primo piano nella cupola di Cosa nostra ed era il garante del traffico di droga tra gli Stati Uniti e la Sicilia e fu ammazzato nel 1981 da un Totò Riina in ascesa in Cosa nostra.