Mafia a Gela, il business delle piantagioni di marijuana

C’erano piantagioni di marijuana sparse dappertutto. Gela era circondata da «erba» utilizzata da Cosa nostra come merce di scambio con la ‘ndrangheta calabrese la quale in cambio cedeva cocaina. C’erano serre seminate nella zona del lago Biviere, ad Acate, in contrada Carrubba e a Settefarine, un quartiere alla periferia di Gela tra i più popolati. È uno dei particolari che emerge dal blitz antimafia «Ianus» coordinato dalla Dda di Caltanissetta e condotto dalla polizia che ha eseguito 55 misure cautelari, l’ultima delle quali ieri mattina. A Gela è stato infatti arrestato Angelo Lorefice, 34 anni, martedì sfuggito alla cattura. La produzione della marijuana era il core business delle cosche ed era tutto «Made in Gela». La conduzione spettava esclusivamente ai gelesi che oltre ad esportare la droga in Calabria, la spacciavano nei comuni limitrofi. A gestire serre e depositi, in nome della «pax mafiosa», erano sia gli Emmanuello che i Rinzivillo.