Mafia, gli ordini del boss con le videochiamate dal carcere: così il clan dominava a Palermo

Salvatore Sorrentino, braccio destro di Settimo Mineo, l’uomo che voleva ricostruire la cupola mafiosa, dal carcere romano avrebbe continuato a gestire la famiglia del Villaggio Santa Rosalia, quartiere periferico di Palermo al centro della nuova operazione della scorsa notte dei finanzieri del comando provinciale. Sorrentino, secondo l’accusa, dava precisi ordini al figlio Vincenzo di 23 anni per proseguire nella gestione degli affari e dirimere contrasti dentro la cosca. Le indagini avrebbero permesso di ricostruire gli affari e la rete di potere della famiglia del Villaggio Santa Rosalia inserita nel mandamento di Pagliarelli. Salvatore Sorrentino avrebbe designato il figlio Vincenzo a capo della famiglia per prendere le decisioni strategiche necessarie alla prosecuzione delle attività associative. Grazie alle notizie che arrivavano dal carcere il presunto capofamiglia è riuscito a rintuzzare il tentativo di essere scalzato da altri componenti della cosca.