Meloni, un blitz senza piazza. Sulle strade sfila la città che chiede giustizia e diritti

«E tu l’avresti detto mai? Bandiere rosse in via D’Amelio» , dice lei, sessant’anni forse, nascosti da grandi occhiali da sole. « E non era ora?», ribatte lui, rughe profonde a scavarne il volto, mani da cantiere, maglia del sindacato. Sono sudati, stanchi, hanno fatto tutto il corteo sotto un sole impietoso e con temperature da forno acceso, per giunta a passo di trotto alla fine, quando si è capito che si rischiava di arrivare tardi al minuto di silenzio. « Ha senso stare qua, dovevamo stare qua», aggiunge lui. Pensiero comune fra chi — lontano anche idealmente dagli appuntamenti istituzionali della mattina, che hanno visto approdare a Palermo la premier Giorgia Meloni — ha sfilato dall’albero Falcone al luogo della strage costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina. Perché? Perché sono passati 31 anni e verità piena su quella strage e i depistaggi che le sono seguiti non c’è.