“Mi tese la mano, io la rifiutai ma ci aiutò a smantellare i clan”.

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«La prima volta che l’ho interrogato – ricorda Franca Imbergamo – c’erano ancora tanti dubbi sulla sua collaborazione, era stato arrestato da poco. Giovanni Brusca mi tese la mano, io mi rifiutai di dargliela. Era il 1996. Venticinque anni dopo, invece, risponderei a quel saluto. Brusca è un uomo che ha avviato un percorso di ravvedimento. E non lo dico io, ma le tante persone che lo hanno seguito in questi anni». Franca Imbergamo, ex pm della procura di Palermo, oggi è il sostituto della procura nazionale antimafia che segue il “dossier Brusca”. Sul suo tavolo, arriva tutto quello che riguarda l’ex padrino di Cosa nostra diventato collaboratore di giustizia.