“Noi fatturiamo 40 milioni l’anno”. Il clan si arricchiva su profughi e rom.

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Quello che per l’Italia è emergenza, per Mafia Capitale è business. «In sei mesi farò doppietta», prometteva il “guercio” Carminati agli imprenditori, ingolositi dall’idea di guadagnare il doppio di quanto investivano nell’affare dell’accoglienza dei profughi e dei campi rom. «Abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato, gli utili li facciamo sugli zingari, sull’emergenza abitativa e sugli immigrati», calcolava l’anno scorso Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative sociali. Quelle «fruttano più della droga» captato dalle cimici del Ros, poi, ne era il logico corollario. Eccolo il sacco di Roma, è cominciato così. Lucrando sui posti e sugli spazi che la città non aveva, prima che intervenisse la mano “amica” di Luca Odevaine.