Ombre sull’ascesa politica di Stillitani. «L’ex assessore comprò i voti dai clan».

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«Le fucilate ti arrivano prima da Filadelfia che da Limbadi», questa era stata la minaccia del clan Anello ai fratelli imprenditori Emanuele e Francescantonio Stillitani. Solo pochi anni dopo invece la situazione pare essersi completamente capovolta, da vittime della cosca si sarebbero trasformati nel grimaldello che ha consentito alla cosca di infiltrarsi nel business del turismo sulla costa vibonese. Entrambi sono finiti in carcere ieri mattina all’alba. Per la Dda di Catanzaro l’ex assessore regionale deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, violenza privata e danneggiamento.