Politica e cortei. Così a Palermo l’Italia divisa ricorda Borsellino

Domani Palermo sarà palcoscenico d’Italia. Un’Italia divisa, in nome dell’antimafia. Non c’è pace per i morti di questa terra. Il 19 luglio di 31 anni fa uccisero Paolo Borsellino e i suoi angeli custodi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Uccisi dalla mafia e chissà da chi altri, per certo oltraggiati da uomini dello Stato che per troppo tempo hanno tenuto lontana la verità con un depistaggio che è ancora uno dei grandi misteri italiani. Ma lo Stato non ha mai chiesto scusa ai figli e ai familiari di questi morti. Ecco perché domani, a Palermo, sfilerà l’Italia che non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia, di urlare contro gli impresentabili nei palazzi delle istituzioni. Con un corteo formato da Cgil, collettivi e comitati studenteschi, associazioni di quartiere e del terzo settore. Ma domani sfilerà anche la fiaccolata della destra, che quest’anno sarà però guidata dalla premier Giorgia Meloni, e questo trasformerà quest’altro tradizionale appuntamento del 19 luglio in un momento ufficiale, istituzionale.