Politici e funzionari nelle mani del clan: intercettazioni decisive

«Non che fanno tutti gli urtati pure, mi chiamano “quello lì” a me! Oh brutti cosi bastardi, che vi tiro la testa io, pezzi di m… che non siete altro!». A parlare così era Tommaso Scalzi, 54 anni, pluripregiudicato, finito in carcere con l’operazione Karpanthos, riferendosi al “voltafaccia” degli amministratori di Cerva, compreso il sindaco Fabrizio Rizzuti. «Quando mi telefonavano non ero mafioso, prima delle elezioni – si sfogava l’indagato – dopo che, appena hanno vinto, non mi chiamano più, hai capito?…che se ero mafioso prima…se sono mafioso mo’, ero mafioso pure prima… Non obbligo nessuno ad essermi amico, però nessuno deve venire a cercarmi». Insomma, Scalzi era infastidito dall’indifferenza ostentata da chi lui sosteneva di aver aiutato a vincere le elezioni.