Porcaro, il boss pentito “bocciato” dalla Dda di Catanzaro

Roberto Porcaro, componente di spicco delle cosche “confederate” di Cosenza e Rende sceglie improvvisamente di vuotare il sacco. È in carcere per effetto della maxinchiesta “Reset”  ed ha sul groppone una condanna a 20anni di carcere per traffico di droga inflittagli dal Tribunale di Reggio Calabria. Porcaro è considerato un boss in ascesa per via del rapporto che lo lega al capobastone rendese Francesco Patitucci. Il “dichiarante”, intanto, parla di cose note e qualcosa, con il trascorrere delle settimane, non convince l’allora procuratore capo Nicola Gratteri, l’aggiunto Vincenzo Capomolla e i pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti. I primi verbali con le confessioni del boss nel frattempo vengono depositati agli atti di alcuni processi. La Procura, però, sembra non fidarsi molto di lui e appare orientata a non dare parere favorevole per l’immissione nello speciale sistema di assistenza e tutela dei pentiti. A settembre, a sorpresa, Roberto Porcaro notifica in aula a tutti che non intende continuare la collaborazione.