Il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato il carcere duro per Giovanni Riina, figlio del superboss Totò, in carcere dal 1996, dove sta scontando l’ergastolo per tre omicidi avvenuti a Corleone nel 1995. I magistrati si sono pronunciati negativamente sebbene in dicembre la Cassazione avesse annullato con rinvio un precedente diniego alla revoca del cosiddetto 41 bis: i supremi giudici, accogliendo in parte le tesi difensive, avevano chiesto di rivalutare la «attualità della pericolosità», rimandando il provvedimento alla «sorveglianza» romana. Ora però il giudizio del tribunale non è cambiato, sulla scorta di una serie di considerazioni, relative ai collegamenti, tuttora esistenti, col mondo esterno alle carceri e soprattutto alla figura del secondogenito di Riina, che non ha ancora compiuto cinquant’anni e ha trascorso più della metà della vita in cella.