Smantellata la “supercosca” sibarita

La “repubblica della ’ndrangheta”. Cassano, Sibari, Francavilla Marittima, Trebisacce, Castrovillari: le cosche Abbruzzese e Forastefano esercitavano il loro sinistro potere su una vasta area della Calabria settentrionale ionica. La loro “legge” era imposta con la forza: incendi, minacce, intimidazioni simboliche con bottiglie molotov posizionate davanti ai cantieri anticipavano o seguivano l’arrivo degli “esattori” mandati a imporre e riscuotere il “pizzo”. Dovevano pagare tutti: imprenditori agricoli, commercianti, società di servizi, aziende edili e persino le imprese incaricate d’installare gli autovelox sulle strade locali. È stato un “colpo di Stato” organizzato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, a smantellare il “governo” illegittimo che riteneva di poter controllare e condizionare l’economia, la politica e l’imprenditoria: 68 le misure cautelari firmate dal gip distrettuale, Sara Mazzotta, su richiesta del procuratore capo, degli aggiunti Vincenzo Capomolla e Giancarlo Novelli e del pm antimafia Alessandro Riello.