Via D’Amelio, la memoria disunita

Le celebrazioni a Palermo in ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta, sotto l’egida delle parole del Capo dello Stato, segnano una linea di demarcazione tra l’ufficialità e la piazza: caratterizzata da due cortei, distinti e distanti (quello serale organizzato tradizionalmente dalla destra e quello del coordinamento 19 luglio). E mettono in evidenza l’approccio differente tra i familiari del giudice assassinato nella giornata della memoria. Manfredi Borsellino, figlio del magistrato, ha partecipato alla cerimonia nella caserma Lungaro donando alla premier Giorgia Meloni – che aveva deposto una corona sulla lapide dedicata ai poliziotti uccisi – un ritratto del padre, ringraziandola per la presenza. Salvatore, fratello di Paolo, ha parlato in via D’Amelio assicurando: «Mai nessuna delle personalità salirà su questo palco». Lucia e Fiammetta, le due figlie del giudice, non erano a Palermo. Resta l’amarezza di tutti per la scomparsa della targa apposta dal Comune di Palermo in memoria del giudice Giovanni Falcone in piazza Magione, dove il magistrato da bambino giocava con l’amico Paolo Borsellino.