«Gestiva le ricche casse della famiglia»: i suoi beni allo Stato.

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Era considerato il reggente della famiglia mafiosa di Monreale. Gestiva la ricca cassa del clan. Aveva collegamenti, anche via «pizzini», con i capi dei mandamenti di Palermo a partire dai Lo Piccolo, nel momento in cui erano in corso le grandi manovre per ricostituire la commissione provinciale di Cosa nostra, tra il 2006 e il 2008.Dopo la condanna a 8 anni e sei mesi al processo Perseo (gli arresti al culmine di un’indagine dei carabinieri avvennero il 16 dicembre 2008), le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, si mette la parola fine sulla titolarità di tre abitazioni e 3 magazzini, un lastrico solare, 10 terreni tutti a Monreale e a 18 rapporti bancari riconducibili a Badagliacca, passati al patrimonio dello Stato.