I fermi sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, col coordinamento dell’aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Giovanni Antoci, Luisa Bettiol e Gaspare Spedale. Le indagini – con intercettazioni e pedinamenti – sono del Nucleo investigativo del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri, guidati dal tenente colonnello Salvatore Di Gesare. I reati a vario titolo vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, al traffico e allo spaccio di stupefacenti. E svelano i contatti attuali dei Mulè padre e figlio con il gotha di Cosa nostra in città: da Tommaso Lo Presti «il lungo» a Giuseppe Di Giovanni, con i quali si incontravano nei summit in cui pianificavano le strategie della mafia anche davanti all’esigenza di dover coprire i «vuoti in organico» provocati dagli arresti. Una sala da barba in via Torino, passeggiate lontano da orecchie indiscrete in via dei Tartari, i luoghi dove i boss si incontravano.