Il candidato di FI con il capomafia: «Abbiamo tutte le carte in regola…».

Operazione,antimafia,voto,di,scambio,mafia,politica,elezioni,Comunali,arresti,Palermo

La prima cosa da fare era mettersi al «firrio e radunare i parrocchiani». Non certo quelli della chiesa, ma i fedeli di Cosa Nostra chiamati alla riconquista della scena, al salto di qualità tanto atteso a Palermo: piazzare referenti nel cuore della politica, nel caso più imminente, nel consiglio comunale in fase di rinnovamento. Quale altra buona occasione per uscire dal finto limbo in cui le famiglie si erano rintanate dopo la defenestrazione di Totò Riina, che proprio in quel quartiere si era nascosto durante la lunga latitanza? La crocetta andava messa sul nome di Pietro Polizzi, 52 anni, in lizza con Forza Italia, dipendente di Riscossione Sicilia, già consigliere comunale e provinciale. Il gip Alfredo Montalto lo ha mandato in carcere. Con lui al Pagliarelli anche il suo collaboratore Manlio Gaetano Porretto, di 67 anni ed il boss settantaduenne Agostino Sansone, che era già ai domiciliari.