Il tesoro di Vetrano finisce… congelato.

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Congelato per sempre. L’impero economico di un imprenditore del pesce e dei surgelati passa allo Stato. La confisca del tesoro da venti milioni di euro di Salvatore Vetrano, 51 anni, è diventata definitiva dopo il rigetto della corte d’appello del ricorso presentato dall’interessato e gli investigatori della Dia hanno perfezionato l’iter per dare attuazione al procedimento. Secondo l’accusa, Vetrano, personaggio dal passato turbolento e in rapporti con Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss corleonese, e Gianfranco Puccio, ha «acquisito un consistente patrimonio immobiliare e costituito numerose aziende anche beneficiando di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo europeo per la pesca in Sicilia, nonché sottraendo a tassazione ingenti ricavi imponibili, frutto della propria attività commerciale. La sua scalata imprenditoriale è inserita all’interno di una commistione di interessi tra attività di impresa ed attività mafiosa, traendo, in un settore strategico del circuito dell’economia legale, sostegno, consenso ed ampia visibilità».