Le parole di Francese soffocate dai mafiosi.

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Mario Francese, ucciso dalla mafia nel 79, salutava così i colleghi, con quel piglio dove la contaminazione americana era più di una metafora, quel piglio era antesignano del giornalista investigativo che racconta le inchieste la cui trama si tesse nel segreto dei Palazzi di giustizia, ma che al tempo stesso indaga per primo: per portare alla luce fatti e misfatti sui quali poi, semmai, fare intervenire la magistratura. Oggi, a distanza di 43 anni, quel suo impegno indomito, quella furia creativa e appassionata che rimbombava con decisione sulla macchina da scrivere dai tasti bollenti, come se volesse imprimere con l’inchiostro l’ineluttabilità delle sue denunce, sono ancora un esempio di impegno civile per la legalità.