Mafia e buttafuori, c’è l’uomo forte: «Catalano ha tutta la città in mano».

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Dice di avere pensato di pentirsi subito dopo essere diventato latitante, ma sulle ragioni delle collaborazioni le spiegazioni sono sempre le più varie. Alfredo Geraci, il pentito che ha riaperto il caso del progetto di attentato al pm Nino Di Matteo, racconta vicende di mafia e buttafuori, il controllo dei locali notturni (ovviamente nell’epoca ante-Covid), l’alternanza al vertice di famiglie e mandamenti. Insomma, un segno che Cosa nostra, sebbene profondamente diversa da quella di un tempo, è ancora viva e vegeta. Ce l’ha in particolare con Andrea Catalano, Geraci, uno dei dodici imputati del processo – in corso col rito abbreviato – che si tiene davanti al Gup Guglielmo Nicastro.