Tumbarello al gip: forse l’ho curato ma non ho mai conosciuto Messina Denaro. Bonafede nega

«Non posso essere certo, ma… perché non ricordo perfettamente, ma penso, penso, che almeno inizialmente sia venuto Andrea Bonafede, il pelato. Penso, non lo posso dare per certo. Mi ha esibito una… il referto di una colonscopia». Così Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara accusato di aver curato il boss Messina Denaro durante la latitanza, si è difeso davanti al gip dopo l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa e falso. L’interrogatorio reso al giudice è stato depositato davanti al tribunale del Riesame. «È stata soltanto una bomba che è scoppiata e siamo qua e basta, cioè, dopo il 16 gennaio tutto è stato limpido e chiaro, tutto si è messo, come si suol dire, alla luce del sole». Sono le parole dette al gip da Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al boss Messina Denaro negli ultimi anni della latitanza. Bonafede, impiegato comunale, è in carcere con l’accusa di aver fatto avere al capomafia, ammalato, ricette e prescrizioni fatte dal medico del paese, Alfonso Tumbarello, e intestate falsamente al cugino geometra.