Quattro ore di camera di consiglio per una decisione che dà ragione al Presidente Napolitano su tutta la linea. La difesa della Procura aveva sottolineato il carattere “fortuito” degli ascolti.
tematica: Mafia e Stato
Quelle telefonate con Mancino tra sospetti e intercettazioni.
Nicola Mancino.
Il timore dell’ex capo del Viminale di essere coinvolto nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Il tentativo di scavalcare il procuratore Grasso e l’intervento sulla Cassazione.
Sì al ricorso del capo dello Stato.
Napolitano, Mancino.
Per la Corte Costituzionale, la Procura di Palermo non doveva valutare quelle conversazioni. Accolta la tesi del Presidente Napolitano: le intercettazioni delle telefonate con Mancino vanno distrutte.
“Il Quirinale colpisce le istituzioni e con questa sentenza bizzarra la politica ha prevalso sul diritto”.
Ingroia.
“La sentenza della Corte – afferma Antonio Ingroia – è un brusco arretramento al principio di uguaglianza fra i poteri dello Stato. I magistrati hanno rispettato la legge”.
“Di Maggio cercò Santapaola per fermare le stragi di mafia”.
Cattafi, Di Maggio.
La deposizione a Palermo dell’avvocato-boss di Barcellona Pozzo di Gotto, Rosario Pio Cattafi. “il n.2 del Dap mi chiese un contatto col capomafia catanese”.
Il boss Cattafi racconta: “Mi dissero di contattare Santapaola per lo Stato”.
Cattafi, Di Maggio.
Depone l’avvocato Cattafi, in cella per mafia, che avrebbe avuto “l’incarico” da Francesco Di Maggio, all’epoca vicecapo dell’amministrazione penitenziaria, di prendere contatti con un boss catanese per far cessare le stragi.
“La trattativa Stato-Cosa Nostra finì con le garanzie di Berlusconi”.
Stato-Cosa Nostra.
Consegnata al gip la memoria della Procura sull’inchiesta della trattativa Stato:Cosa nostra. Depistaggi e reticenze spesso di fonte istituzionale, amnesie durate vent’anni e qualche testimone eccellente, arrivato solo dopo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino. Dodici le richieste di rinvio a giudizio.
Il patto tra boss e uomini dello Stato. I pm: nel ’94 ci fu un nuovo accordo.
Cosa nostra.
Memoria di 22 pagine della Procura di Palermo. Il documento, inviato al Gip Morosini, ricostruisce i punti focali dlel’inchiesta sul presunto ricatto mafioso allo Stato. Ecco le accuse per i politici indicati come referenti.
“Voltate le spalle all’albero”. L’invettiva dei giudici contro lo Stato-mafia. “Entro un anno la verità o ci vergogneremo”.
Trattativa Stato-mafia, Borsellino.
Commemorazione di spalle alle 16,58 per protestare contro le presenze istituzionali. Ingroia sul palco: “Riapriamo i termini per le confessioni dei pentiti sui politici”. Salvatore Borsellino: “Niente corone, sosteniamo l’azione dei magistrati vivi”.
I magistrati: “Paolo, faremo giustizia”.
Via D'Amelio, Borsellino.
In via D’Amelio, vent’anni dopo, il ricordo di Paolo Borsellino e dei cinque agenti di scorta. Le “Agende rosse”: “Fuori la mafia dallo Stato”. Prima il minuto di silenzio, poi le parole dei colleghi: “Sei morto per una ignobile trattativa”.
