Torna in carcere Giuseppe «Enzo» Mangion, cinquantadue anni, ex uomo di fiducia del boss Nitto Santapaola.Il boss deve scontare un anno e cinque mesi di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso.
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Libertà vigilata per Lo Sicco: torna in città e può lavorare.
Pietro Lo Sicco
Finirà di scontare la sua condanna definitiva a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa a novembre. Nel frattempo, però, il tribunale di sorveglianza ha deciso di concedere un assaggio anticipato di libertà al costruttore Pietro Lo Sicco, 64 anni: da un mese e mezzo, infatti, è in libertà vigilata.
La frase, il summit, la pista “bruciata”. Così Sutera avvicinò i Ros al latitante.
Il riferimento a Messina Denaro nelle intercettazioni del blitz di Agrigento. Attraverso il boss Leo Sutera, i carabinieri del Ros contavano di catturare il latitante di Castelvetrano. Ma il via libera alla retata ha fatto saltare questo canale.
Mafia, «concorso esterno». Carabiniere sarà processato.
Rosario Caprì
Si è concluso con il rinvio a giudizio l’udienza preliminare a carico di un carabiniere. Si tratta del maresciallo Rosario Capri, ex comandante della stazione di Furnari rinviato a giudizio al 24 ottobre prossimo davanti al tribunale di Barcellona dal gup Giovanni De Marco con la pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Messineo: ora le cosche sono federate.
Francesco Messineo.
Intervista al Procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Secondo il magistrato, a Palermo le “famiglie” sono indipendenti, non c’è più la commissione provinciale. Nel Trapanese c’è una mafia diversa, legatissima alle attività produttive.
Estorsioni e favoreggiamento di un boss, tre arresti.
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La Squadra mobile di Agrigento ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal gip del tribunale di Palermo Maria Pino su richiesta dei procuratori della Dda Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli. Gli arrestati, tutti di Favara (Agrigento), sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.
Castelvetrano, incendio in un uliveto. Era stato confiscato a Cosa nostra.
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Ieri mattina un incendio ha colpito l’uliveto confiscato al palermitano Gaetano Sansone in contrada Seggio Torre a Castelvetrano e affidato dal Comune all’associazione «Libera». Tre anni addietro lo stesso terreno fu oggetto di un altro incendio che distrusse alcune piante d’ulivo.
Barcellona, sospesi 6 funzionari comunali.
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Il provvedimento adottato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri sulle infiltrazioni mafiose a Barcellona è differente rispetto alla proposta prefettizia. Il suo decreto, datato 22 maggio 2012, il giorno dopo la conclusione definitiva della tornata elettorale nel Longano, ha disposto soltanto la sospensione di sei funzionari comunali, dal segretario generale in giù.
Falcone e Borsellino, ferita ancora aperta.
Falcone, Borsellino
Intervista al procuratore capo Guido Lo Forte, che lavorò a lungo a Palermo con i due magistrati uccisi da Cosa nostra nella tragica stagione del ’92. A Messina la mafia non è affatto sconfitta, i processi ci dicono che ci sono infiltrazioni nel tessuto politico
Messineo: “I boss influenzano ancora la politica e controllano i voti”.
Cosa nostra.
Secondo il procuratore di Palermo, molto è cambiato dal 1992, il declino di Cosa Nostra ormai è manifesto, anche se la sua capacità di influenza poltica, soprattutto per il controllo elettorale, è ancora forte.
