Trattativa Stato-mafia. Nei colloqui il pressing sulla Procura di Palermo man anche sul leader di MD. L’ex ministro e l’indagine: “Parliamone con Grasso…” Lui: “Non ho mai fatto interventi”.
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E D’Ambrosio disse: parlo io con Grasso.
Loris D'Ambrosio, Nicola Mancino.
Così il consigliere del Colle rassicurò Mancino. Il pg della Cassazione all’ex ministro: “Sempre a disposizione”.
Brusca: non una ma più trattative con lo Stato.
Brusca.
Quando iniziò la trattativa Stato-mafia, tra i soggetti che avevano mostrato interesse a dialogare con Cosa nostra, oltre all’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, c’erano anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il leader della Lega Umberto Bossi. È quanto ha riferito il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca.
Giuffrè e la nuova indagine su via D’Amelio. “Vito Ciancimino mediatore boss-Stato”.
Giuffrè, Ciancimino.
Il pentito è stato sentito dal gip di Caltanissetta durante l’incidente prpbatorio contro gli esecutori della strage. Secondo Giuffrè, Ciancimino doveva “saggiare” la disponibilità dello Stato a scendere a patti con la mafia.
Trattativa con la mafia dopo le stragi: indagato Subranni, ex capo del Ros.
Mutolo, Subranni.
Il nome del generale si aggiunge a quelli di politici e boss. Al processo Mori il pentito Mutolo ricorda Borsellino.
Le verità nascoste. Depistaggi e omertà di Stato dopo vent’anni di inchieste i mandanti restano un mistero.
Capaci, Via D'Amelio.
Mai Cosa nostra avrebbe “osato” agire da sola se non avesse recevuto garanzie “dall’alto”. Nulla si è mai saputo sui “suggeritori” delle stragi di Capci e Via D’Amelio. Uomini del Palazzo che sanno e tacciono, quelli che erano stati messi al corrente delle “trattative”.
La ricerca della verità tra tante bugie e depistaggi.
Capaci. Via D'Amelio.
Nonostante siano passati venti anni, nulla è ancora certo su Capaci e via D’Amelio. Anzi, per quest’ultima strage si è ricominciato daccapo.
“Falcone venduto alal mafia”. Un unico filo lega le stragi.
Stragi.
Sentiti dalal commissione parlamentare il procuratore Sergio Lari e il sostituto Nicolò Marino. Le lettere del “corvo”, il tradimento dei colleghi, i numerosi depistagii.
“Fu lo Stato ad avviare la trattaiva con la mafia”.
Stragi.
Per la prima volta un tribunale sancisce l’esistenza del patto. “Contatti subito impostati sui binari del do ut des. Ma Forza Italia con le stragi non c’entra”.
Brusca rivela: “Borsellino doveva essere ucciso prima di Falcone”.
Srragi, Brusca.
La decisione, rivela Giovanni Brusca, perchè non accettò di rallentare le indagini sul delitto del colonnello Russo. Solo in un secondo momento, Riina ordinò di cambiare strategia.