Lido Scornaienchi, 49 anni, latitante, villeggiava a Scalea. Ma i mastini del gruppo antidroga della Finanza lo hanno scovato dopo lunghe settimane di appostamento. L’uomo è ritenuto braccio destro di Francesco Muto, boss di Cetraro.
località: Cosenza
Chiamavano in codice ‘agnellini’ i micidiali kalashnikov
Chiamavano in codice 'agnellini' i micidiali kalashnikov
Massimo Ciancio e Luciano Oliva, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione di fucili mitragliatori kalashnikov importati da Yugoslavia e Romania, sono stati ammanettati dai crabinieri della compagnia di Rende. I due arrestati sono legati alla Sacra Corona Unita pugliese.
Erano diventati i ‘padroni’ di Rossano
Erano diventati i 'padroni' di Rossano
Duecento tra poliziotti e carabinieri hanno sgominato una banda di malfattori che teneva in pugno la zona della Sibartide. Una famiglia, che, dopo il pentimento del temuto boss Pasquale Tripodoro, aveva assunto, secondo gli inquirenti, il controllo degli affari sporchi in tutto il Rossanese. In manette presunti boss e picciotti del clan Manzi.
Undici ergastoli per boss e ‘picciotti’.
Undici ergastoli per boss e 'picciotti'.
Un assedio mafioso durato vent’anni. Le cosche della ‘ndrangheta s’erano impadronite della Sibaridite, ricca area della provincia cosentina. La Corte d’assise di Catanzaro ha ricostruito le responsabilità di boss e ‘picciotti’ comminando 11 ergastoli e settandue condanne complessive. Tra gli ergastolani il boss Santo Carelli.
L’ordine era: sterminateli.
L'ordine era: sterminateli.
Grazie a tre pentiti dimafia: Giovanni Cimino, Giorgio Basile e Tommaso Russo, scoperti i responsabili di un delitto di sei anni fa. Gli uomini di Carelli eliminarono un fedelissimo del clan Cirillo, Antonio Giovagnone De Cicco.
