Le più recenti indagini «hanno fatto emergere elementi di prova che indicano che la strage di via D’Amelio non fu una strage solo di mafia»: per questo il sostituto procuratore nazionale Antimafia, Nino di Matteo, che ha chiesto e ottenuto ieri di essere ascoltato dalla Commissione Antimafia, ha sollecitato politica, magistratura, investigatori e opinione pubblica […]
tematica: Stragi
Capaci, Via D’Amelio sei uomini del mistero dietro le stragi ancora senza verità.
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Venticinque anni dopo, il mistero attorno alle stragi Falcone e Borsellino è racchiuso nelle tracce di sei uomini. Il giorno dopo le commemorazioni, ecco la sfida per le indagini.
Strage in via dei Georgofili a Firenze. Ergastolo confermato per Tagliavia.
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Fu il boss della mafia Francesco Tagliavia a fornire l’esplosivo che, il 27 maggio 1993, venne usato dal gruppo di fuoco per la strage in via dei Georgofili a Firenze nella quale morirono cinque persone, 40 furono i feriti e ingenti i danni al patrimonio storico artistico. Lo ha stabilito la seconda sezione penale della […]
Borsellino doveva essere ucciso prima di Falcone.
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Il regista dell’operazione di morte era lui. Faceva parte di un gruppo «riservato» di macellai di Cosa nostra voluto direttamente dal capo supremo Salvatore Riina. E come regista aveva scelto il suo territorio come palcoscenico dell’attentato. Lui, Matteo Messina Denaro, la primula rossa trapanese, aveva organizzato tutto: Paolo Borsellino doveva essere ucciso a Marsala.
Così Riina si affidò a Matteo.
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Nell’autunno del 1991, portava a spasso Totò Riina per la provincia di Trapani sulla sua fiammante Alfa 164 di colore bianco. Ma non faceva l’autista. Matteo Messina Denaro era già il capo della provincia di Trapani, in sostituzione del padre Francesco, che aveva grossi problemi di salute.
Mafia e camorra unite nel piano di morte.
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Mafiosi siciliani e mafiosi napoletani alleati per uccidere Giovanni Falcone. Non solo i corleonesi di Totò Riina ma anche i fedeli alleati di quest’ultimo, gli amici Nuvoletta, impegnati per «eliminare il nemico numero uno». A Roma, dove il capo dei capi decise di fare entrare in azione la «supercosa», vi erano anche i napoletani della […]
Messina Denaro, nuovo ordine d’arresto.
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Doveva uccidere Giovanni Falcone, ha partecipato alla decisione di uccidere Paolo Borsellino ma non solo, in quella stagione del terrore doveva ammazzare anche i giornalisti Enzo Biagi, Michele Santoro e Maurizio Costanzo. Ora, per il latitante numero uno, una ennesima ordinanza di arresto, questa volta per le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Depistaggio sulla strage Borsellino. Il gip non archivia per i tre poliziotti.
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Uno degli ex ergastolani non ci sta, si oppone alla richiesta della Procura e il Gip di Caltanissetta non archivia l’indagine sul presunto maxi depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via D’Aurelio: i pm dovranno dunque discutere davanti al giudice la loro proposta di archiviare l’indagine per calunnia aggravata nei confronti dei tre dirigenti di polizia
Stragi e rivelazioni.
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Diversi detenuti, si parla di una decina, avrebbero chiesto di parlare spontaneamente e autonomamente con i magistrati nisseni che si occupano delle indagini sulle stragi del 1992. Lo hanno fatto inviando lettere alla Procura nissena.Ma su uno di loro, e la richiesta di rendere dichiarazioni ai pubblici ministeri nisseni è arrivata tramite il suo avvocato, […]
Strage di Capaci, su una torcia l’impronta di un sicario.
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Salta fuori un’impronta nella batteria di una torcia elettrica usata dal commando che ha agito per la strage di Capaci. È emerso ieri al processo «bis» per l’uccisione del giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta.