Due colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro l’auto del farmacista di Agrigento, Claudio Miceli. Lo ha denunciato la stessa vittima, che è presidente di FederFarma agrigentina e titolare di una farmacia a Palma di Montechiaro, ai carabinieri. Miceli ha anche detto di aver ricevuto richieste di pizzo cui si è opposto.
località: Agrigento
Le vittime denunciano il racket. Colpo ai clan agrigentini: 47 fermi
Operazione "Nuova Cupola"
Vecchi e nuovi boss stavano costruendo la «nuova cupola» della mafia agrigentina, taglieggiando a tappeto commercianti e imprenditori. Ma gli è andata male. Sono stati emessi 49 fermi, 47 dei quali eseguiti, per associazione mafiosa, rapina, estorsione, danneggiamento, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. I pm Ravaglioli e Fulantelli, coordinati dal procuratore aggiunto Teresi, hanno […]
Sutera, il boss stimato da Binnu. Niente telefonini e pc: solo pizzini.
Operazione "Nuova cupola", Leo Sutera
Dicono che il professore Leo Sutera, docente a riposo di educazione fisica, sia un mafioso all’antica, di quelli che non si avvicinano ad un telefonino e non sanno cosa è un computer. Si è fatto sei anni di carcere per associazione mafiosa (gran parte della pena l’ha però scontata ai domiciliari) e una volta libero […]
Estorsioni e favoreggiamento di un boss, tre arresti.
Racket,favoreggiamento,DiGati,Messina
La Squadra mobile di Agrigento ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal gip del tribunale di Palermo Maria Pino su richiesta dei procuratori della Dda Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli. Gli arrestati, tutti di Favara (Agrigento), sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.
Severa condanna inflitta al boss Giuseppe Falsone.
Giuseppe Falsone.
Il processo è scaturito dall’operazione antimafia «Maginot» del luglio 2011. La pena più pesante è stata inflitta proprio al boss, condannato a 18 anni di reclusione (l’accusa ne aveva chiesti 20).
Boss “stiddaro” freddato con un amico.
Giuseppe Condello,Vincenzo Priolo,Stidda,Cosa nostra
Un duplice omicidio di stampo mafioso a Palma di Montechiaro potrebbe scatenare una nuova guerra tra Stidda e Cosa nostra. A cadere, crivellati da colpi di pistola, sono stati Giuseppe Condello, 41 anni, pluripregiudicato palmese ritenuto vicino ad ambienti stiddari, e Vincenzo Priolo, 27 anni, incensurato, che faceva l’autista all’altra vittima.
Blitz tra Licata e Canicattì porta in carcere 21 spacciatori.
Operazione
Spacciavano, secondo l’accusa, eroina e cocaina a Licata, ma anche a Canicattì, Ravanusa e Campobello di Licata, le 21 persone raggiunte, all’alba di ieri, da altrettante ordinanze firmate dal gip del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, nell’ambito di un blitz antidroga condotto dai finanzieri di Licata
“Non favorì la mafia”, archiviata l’indagine sull’avvocato Gaziano.
Antonino Gaziano.
Il 14 luglio all’avvocato Antonino Gaziano era stato notificato un avviso di garanzia per favoreggiamento aggravato al fine di agevolare l’associazione mafiosa. Per il giudice, il presidente dell’Ordine non ha passato informazioni a un indagato.
E-mail e Skype, così il boss comandava a distanza
Operazione "Maginot"
I pizzini que¬sta volta non erano i classici fo¬glietti scritti a penna che passavano di mano in mano. Stavolta il pizzino era in formato elettronico e Giuseppe Falsone dalla Francia dove era latitante e i suoi fiancheggiatori, arrestati ieri nell’ambito dell’operazione Maginot dalla Squadra Mobile di Agrigento su ordine del gip del Tribunale di Palermo […]
“Rivelò agli indagati che erano intercettati”. Sotto inchiesta il presidente dei legali agrigentini.
Operazionje "Maginot", Nino Gaziano
A inguaiarlo sono state le intercettazioni ambientali a carico di uno degli indagati, l’imprenditore favarese Salvatore Morreale. È ha che racconta al fratello che a rivelargli che la casa di campagna di Francesco Caramazza, un altro degli indagati dell’inchiesta Maginot, era sotto controllo da parte delle forze dell’ordine era stato Nino Gaziano, il presidente dell’Ordine […]